scrivo poco. anzi per nulla. rispetto a prima, rispetto al sito precedente. ho poco interesse a farlo. credo perché principalmente a nessuno può fregare di meno di quello che racconto e faccio. forse mi sbaglio.

ma anche no.

un fotografo americano mi consigliava di scrivere tante bozze. un po’ alla volta poi i post si completeranno da soli, mi diceva. è una questione di metodo. gli anglofoni senza un metodo, una procedura, non vanno da nessuna parte. probabilmente se io avessi anche un metodo poi quella che mi frega è la costanza.

mi sembra di sentire tuonare in lontananza. mi sembra quasi di sentire della pioggerellina amichevole che scende in una chiara giornata di inizio autunno. chiara perché la luce riesce a filtrare attraverso a delle nuvole, non molto spesse. se non quanto basta per eliminare ogni ombra. una luce piatta e infinite superfici che luccicano umide.

dall’alto della salita, il silenzio. se non qualche goccia un po’ più grossa che fa vibrare con tono basso il cappuccio della mia felpa. se chiudo gli occhi sento il vuoto. um rumore poi dietro me, come dei passi che hanno pestato delle foglie bagnate solitarie sulla strada. mi giro tenendo gli occhi chiusi timoroso perché si spera sempre il contrario di quello che poi vedrò, ovvero nessuno.

ma chissà, forse anche no.