In questi giorni ho deciso che fosse tornato il momento di “esistere” riaprendo l’archivio delle foto e riordinando i miei cataloghi con grande metodo. Oltre in foto “istituzionali” dei progetti che in qualche modo seguo mi capita di imbattermi in foto così dette di backstage o di contorno, come quella che vedrete di seguito. Ricordandomi ancora bene la scena di quel momento, ve la racconto, incurante del vostro interesse.

Il 30 agosto 2018 si svolse il red carpet del film La Favorita di Yorgos Lanthimos. Un film molto particolare, con un uso molto frequente del grandangolo e con emozioni opposte che si scontrano sempre tra di loro. Guardatelo, la scena finale è per me bellissima. Ad ogni modo è stato uno di quei red carpet ricchi di partecipazione da parte del pubblico, gli attori e le attrici erano molto affascinanti, Emma Stone poi raggiante come non mai. Quella sera c’era così tanto vigore nell’aria che gli attori si concesero ai fotografi e al pubblico assiepato dietro le transenne più di una volta, improvvisando pure una sorta di photo wall fuori dal protocollo rigido che caratterizza il red carpet veneziano.

Dovete pensare che durante un red carpet il fotografo ha pochi minuti per avere lo scatto da poi mandare alla propria agenzia o redazione. Gli attori passano, posano, spesso velocemente e non sempre contenti di quello che stanno facendo. Il red carpet è proprio un via vai di gente da destra a sinistra che si manifesta, esplode e si esaurisce in pochi minuti. Quando un attore è già spostato troppo a sinistra si deve subito guardare a destra perché vuol dire che è già arrivato qualcun altro. E non è detto che l’attore si sia fermato ad aspettare, si potrebbe aver già perso “il momento giusto”.

da sinistra: Joe Alwyn, Olivia Colman, Yorgos Lanthimos, Emma Stone, Nicholas Hoult

La situazione in foto è abbastanza rara, ovvero non è sempre possibile, anche per il poco tempo, che tutto il cast, gli attori e il regista si mettano in posa per i fotografi (solitamente per quelli che lavorano per le agenzie più importanti Reuters, Getty ecc che hanno le postazioni centrali). In questi casi l’attenzione di tutti i fotografi (un centinaio, se non di più) è concentrata in un solo punto e tutti in quel momento vogliono la foto perfetta. Tutte le urla si concentrano in parte per cogliere l’attenzione dei soggetti ripresi e in parte per maledire ed … insultare il povero cameraman quando entra in scena.

Insulti a 360 gradi perché con la sua steadycam “ruota” sempre attorno al cast, e quindi entra in scena per tutti! E “i maccheroni” (c.d. fotografi accreditati) non sono certo di bocca buona.